Andreas Kipar, il pollice verde di Milano

2015_01_11_PN_Porta Nuova Varesine 15_LAND srl

Milano e’ un Moloc. 1,3 milioni di persone. Innumerevoli sportelli bancari, sale cinematografiche, discoteche, supermercati, tutti pressati gli uni sopra gli altri. La citta’ a piu’ alta densita’ in Europa. Tra 7000 e 8000 persone vivono compresse in un chilometro quadrato. A Monaco sono appena 4500. Qui viene battuto un ritmo incredibile. Si corre, si suona il clacson, si spinge. Senza pausa.

Oasi verdi per respirare profondamente? Da molto tempo merce rara. E’ un bene, dunque, che ci sia Andreas Kipar. L’architetto del paesaggio di Gelsenkirchen e’ il “pollice verde di Milano”. Da trenta anni vive in citta’ e durante tutto questo tempo ha creato molti parchi e piantato centinaia di alberi. Si puo’ dire che egli abbia cambiato significativamente il volto di Milano.

“Abbiamo reso la citta’ permeabile”, dice Kipar. Milano avrebbe tutto in sovrabbondanza: design, moda, produttivita’, denaro. “Cio’ che mancava era la qualita’ della vita nel verde. Adesso posso tranquillamente mangiare un gelato senza infilarmi tra le auto come un topo”.

Dapprima il parco cittadino “Boscoincitta'”, quindi, il Parco Nord, a cui ha fatto seguito la fabbrica di pneumatici Pirelli nel quartiere Bicocca, che Kipar ha trasformato nella “Collina dei Ciliegi”. Allo stesso modo ha operato con la vecchia fabbrica Maserati in Lambrate e la fabbrica Alfa Romeo del Portello. Il tedesco ha trasformato le zone industriali in oasi di pace per gli stressati cittadini della metropoli.

Nell’anno dell’Expo 2015 Kipar presenta l’attuale punto culminante della sua carriera: il nuovo quartiere Porta Nuova attorno alla stazione di Porta Garibaldi. Un progetto di dimensioni enormi: 290.000 metri quadrati di superficie nella zona nord ovest della citta'; trenta architetti provenienti da otto Paesi e piu’ di cento aziende sono stati incaricati di costruire un quartiere moderno. Tra di loro Kipar.

2015_01_11_andreas kipar_klein

Chi oggi esce dalla stazione di Porta Garibaldi si stropiccia gli occhi incredulo. Di fronte si erge dritta verso l’alto una facciata di vetro che culmina in una sottile antenna a punta. Un grattacielo alto 231 metri, la nuova sede della banca Unicredit. Voltando, invece, la testa a sinistra si scorgono due torri slanciate che sembrano composte come un tetris fatto di pietre. Centinaia di piante sono distribuite sui vari piani. La costruzione futuristica si chiama “Bosco Verticale” ed e’ stata insignita con il Premio “International Highrise Award”.

Proseguendo dritto, si passa dapprima per una piazza con una vasca d’acqua, quindi si oltrepassa un ponte sospeso e si arriva, alla fine, in un giardino, realizzato da Kipar.

Qui trovate la storia completa, pubblicata sul sito di Die Welt.

condividereShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someone
Download PDF